Palazzo Carrozzini

Category
restauro
Tags
alfredo foresta, ester annunziata, tiziana panareo
About This Project

Cronologia

Progetto Ottobre 2002

Realizzazione Novembre 2006

Committente

Gruppo Foresta

direzione lavori

Francesco Foresta

Collaborazione

Massimo Dell’Anna architetto, Lorena Sambati architetto

Ubicazione

Lecce

Fotografia

Alberto Muciaccia

 

Nella città antica, palazzo Carrozzini è una delle ultime architetture di Manieri Elia, maggiore esponente del barocco leccese fine 700.
L’incuria e l’abbandono hanno portato al deterioramento dell’ala aggiunta in stile, nei primi del 900, prospiciente la chiesa di S. Chiara.
Un restauro lapideo delle facciate con tecniche e mezzi tradizionali e la sostituzione dei solai in putrelle di ferro, parzialmente crollati, hanno suggerito il tema della casa nella casa, individuando uno spazio nuovo rispetto alla distribuzione originaria, ma in armonia con l’intera fabbrica.
Pietra locale, rame e lastricati in graniglia uniti a travi ipe, acciaio e vetro, indicano la volontà di denunciare il limite tra la fabbrica e il nuovo, in un sottile equilibrio tra tradizione e innovazione.
Un gioco di piani intermedi sospesi e squarciati da tagli di luce, pavimenti trasparenti in vetro, favoriscono la lettura del contenitore storico e del nuovo contenuto, in un unico spazio fortemente caratterizzato e caratterizzante, che rispecchia le esigenze funzionali della committenza.
Al piano terreno sono stati recuperati i locali voltati e portate alla luce le vecchie cantine, con i suggestivi paramenti murari di epoca tardo romano, e ospitano, oggi, una libreria e una sala espositiva.
I sotterranei si sviluppano alternando un ampio ambiente a spazi minori. Il grande spazio è alleggerito dal “peso” del palazzo sovrastante grazie all’inserimento di un pavimento in vetro: un inaspettato lucernario sotterraneo, che crea un effetto di profondità e luminosità.
Con lo stesso principio, al piano nobile è stato inserito un piano intermedio, un doppio volume, completamente trasparente, che si affaccia su se stesso e sulla piazza antistante attraverso le due grandi finestre angolari.
Una parete rossa inquadra in un unico specchio l’emozione del barocco della chiesa di S. Chiara, colonne e fastigi che si rispecchiano sui vetri e sul pavimento in acciaio del soppalco in una continua atmosfera di luci e di ombre.

 

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