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Concorso di idee per l’ex Manifattura tabacchi di Bari _ 2° fase

 

Il tessuto murattiano della città di Bari rappresenta un esempio di impianto urbano emblematico, come quello di Barcellona, ereditato dalla storia, in grado di resistere al tempo e alle modificazioni che lo attraversano. La grande Manifattura Tabacchi di Bari, della rigida scacchiera ottocentesca, copre ben quattro isolati, caratterizzati da alti e lunghi fronti austeri con pochi accessi.

Ancora oggi, questo enorme opificio rappresenta uno dei più grandi edifici esistenti a Bari.

Il suo attuale degrado, segna il tempo di una necessaria rigenerazione urbana capace di interpretare e fare fronte alle nuove istanze contemporanee del quartiere Libertà.

I criteri che hanno guidato le scelte progettuali si fondano su tre assunti principali: il decoro urbano dello spazio aperto, inteso come innovazione sociale e rivitalizzazione di una parte di città sottratta alla collettività, e volano di sviluppo economico; la rifunzionalizzazione della struttura, intesa come innovazione funzionale degli spazi chiusi e interpretata come qualità dell’abitare in relazione alle nuove destinazioni d’uso; la tutela del patrimonio culturale e storico intesa come la capacità di riuscire a coniugare la memoria e la suggestione del luogo con le trasformazioni necessarie ai nuovi usi.

La “corte e gli orti urbani” divengono il filo conduttore dei nuovi spazi pubblici connessi alla città attraverso nuove aperture che attraversano gli edifici monumentali e segnano le differenti funzioni delle attività al piano terra.

La “casa nella casa” rappresenta il tema progettuale per il recupero architettonico e funzionale dei monumentali edifici, materializzati con piani, superfici e scale in carpenteria metallica modulare che lasciano inalterata la lettura dell’originario opificio.

Il “recupero della memoria” La valorizzazione della ciminiera rappresenta un valore aggiunto che giustifica la nostra seconda proposta, non prevista nel bando, un “museo della manifattura tabacchi”.

Il progetto definisce, una serie di eventi, episodi o componenti che si susseguono tra di loro, destinati a rafforzare l’identità del quartiere murattiano e stringono strette relazioni con la città storica. Non un recinto isolato, bensì un moltiplicatore di relazioni e percorsi che abbatte barriere ed isolamenti di vecchia data costruendo un nuovo ambito che moltiplica percezioni, effetti, valori, riproducendo linearmente un’articolazione urbana fatta di scorci, piccole piazze, edifici restaurati e connessioni nuove.

Dare un senso a questi vuoti, ulteriori buchi nella scacchiera murattiana, tramutare questo luogo ora quasi abbandonato in uno straordinario attrattore urbano e in un valore prezioso per gli abitanti è un obiettivo del nostro progetto.

“L’occhio sulla città” rappresenta la proposta di un parcheggio interrato, plasma e disegna lo spazio urbano della nuova piazza, diviene  icona di contemporaneità in un continuo rimando con l’immagine della storica ciminiera recuperata.

L’obiettivo è coniugare la memoria e la suggestione della materia e degli spazi originali con le trasformazioni necessarie ai nuovi usi suggeriti nel bando.

Le nuove carpenterie metalliche segnano e disegnano gli ambienti senza modificare in modo sostanziale il contenitore storico. Le scale e i percorsi orizzontali perdono la loro mera accezione di attraversamenti, connettori tra ambienti e funzioni e diventano essi stessi spazi e architettura, sono l’elemento connotante il progetto, diventano una figura centrale nell’intervento, denunciano tutta la loro contemporaneità uscendo dal manufatto ed illuminandosi di notte.  Il loro disegno all’interno del costruito individua con la loro “rigida plasticità” nuovi spazi e nuovi livelli intermedi rispetto ai piani esistenti, dove la solidità dei volumi regolari dell’esistente si confronta con il dinamismo formale fondato sull’intreccio diagonale dei due corpi scala.  All’esterno invece perdono quasi peso diventando elementi leggeri che abbracciano le varie stecche. Materiali differenti, giochi di piani intermedi, sospesi e squarciati da tagli di luce, e pavimenti trasparenti in vetro favoriscono la lettura del contenitore storico e del nuovo contenuto.

 

atenastudio + gruppoforesta 

 

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