Maristella Cappelli. Pittura che narra.

Maristella Cappelli. Pittura che narra.

Galleria Francesco Foresta, via Federico d’Aragona, 3 – Lecce

30 luglio – 27 agosto 2015

opening 30 luglio ore 20:00

Prima visione /03

a cura di Lorenzo Madaro

Maristella Cappelli. Pittura che narra.

a cura di Angelo Maria Monaco

Si ringraziano i prestatori delle opere

Maristella Cappelli. Pittura che narra, a cura di Angelo Maria Monaco, è il terzo appuntamento della rassegna di artisti esordienti under 35, Prima visione, curata da Lorenzo Madaro. Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, Cappelli (Mesagne, 1990) si laurea in pittura nel 2015 sotto la guida di Franco Contini e Patrizia Staffiero, presentando un dipinto che trae ispirazione dall’Iconologia di Cesare Ripa, Ipotesi salva verità. Accanto a una fervida produzione pittorica accosta una ricercata attività calcografica, alcune sue opere sono già presenti in collezioni private; partecipa a numerosi concorsi conseguendo vari riconoscimenti e premi. Tra questi spicca il primo posto ottenuto nel concorso nazionale “Un ventaglio per il Presidente della Repubblica”, vinto nel 2014, con l’opera Studio di battaglia, realizzata sotto la guida di Donatella Stamer.

L’impeto di cavalli lanciati al galoppo, lo stridore delle vele sferzate da un mare in tempesta, il sibilo della corda di un arco teso, sono solo alcune delle sollecitazioni sinestetiche che scaturiscono dall’osservazione delle tele di Maristella Cappelli. Un’artista di talento che coltiva l’arte della pittura secondo l’originaria funzione ad essa attribuita, ossia di narrare attraverso le immagini. A una fervida e irruenta immaginazione Cappelli accosta una ponderata e rigorosa padronanza del disegno, in una fusione alchemica di segno e colore che si esprime in un linguaggio stilistico contemporaneo, consapevole dell’iconografia tradizionale spiccatamente italiana. Il risultato di tale sintesi è un gruppo di opere di vigoroso impatto emotivo e visivo, che non priva mai l’osservatore di godere di un soggetto iconografico identificabile, né di spaziare nel tempo dilatato di un racconto, di cui l’immagine fissata sulla tela è un’istantanea rarefatta di una visione onirica. A.M.M.